Dal direttore V-2021

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Quinta uscita di Settembre 2021. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Corrida, sindaci allo sbaraglio

Ultimi scampoli d’estate, prime avvisaglie d’autunno. Si chiudono gli ombrelloni, si ripiegano le sdraio e si tenta un bilancio. Anche quest’anno, ad Angera, il turismo estivo è stato all’insegna del mordi e fuggi. Con il temporaneo sollievo di chi invadeva le spiaggette del lungolago e il pratone. Con nessun beneficio e qualche disagio per i residenti e, in definitiva, per gli stessi turisti. L’accoglienza è, dovrebbe essere, un sistema di civiltà, regole e servizi. Alla base c’è l’ospitalità ed è giusto, ma anche con la migliore disposizione d’animo l’accoglienza non può essere un generico “accomodati e fai quello che vuoi”. Non è colpa dei turisti, ovviamente: ma che senso ha avere parcheggi gratuiti e nessun controllo del flusso, se il risultato è essere intasati di auto e non fare affluire nelle casse dell’amministrazione neppure un centesimo? Con la cultura (e con il turismo) non si mangia, dicono. Sbagliato: perché non si pensa a offrire un servizio di qualità e vederselo remunerato. Oltre ai parcheggi c’è il problema dei rifiuti: che senso ha non prevedere un afflusso straordinario in città (e quindi provvedere anche a uno smaltimento straordinario) e ritrovarsi sommersi dalla spazzatura?
Questo per accennare soltanto all’ordinaria gestione e non parlare di una visione, di un progetto che non ci sono. Per trarre giovamento dal flusso turistico (e delle seconde case) Angera deve avere un’idea di sé, costruire un’identità e un’offerta turistica che vada oltre la spiaggia estiva. Ci sono bellezze da valorizzare: un magnifico lungolago, un centro del paese suggestivo e intatto, lo splendore della Rocca (è vero, è privata, ma pensare a forme di partenariato con i Borromeo è sogno velleitario?), un territorio
da far conoscere (e invece, com’è accaduto alla Bruschera, con una superficialità imperdonabile si “taglia l’erba” con una solerzia che non si vede impiegata per il verde pubblico, compromettendo l’habitat dell’oasi e azzerando l’attrattiva per possibili visitatori). C’è una produzione locale da valorizzare (ma il mercato settimanale penalizza il commercio locale), una politica di buon vicinato e di sinergia con gli altri comuni da costruire (e invece, anche sulla pista ciclabile, tutto tace). Insomma, siamo all’immobilismo e alla stagnazione. E invece bisognerebbe riunire e dare voce alle energie, ai saperi, alle competenze, farle conoscere e circolare, farne un punto di forza: dal produttore di miele al pasticciere, dal distillatore all’organizzatore di cultura. In modo da poter dire al turista: d’accordo, vai pure in spiaggia (e intanto paga il parcheggio), ma guarda che qui c’è anche molto altro, non te lo perdere. Sarebbe gradito a chi arriva, servirebbe a chi ad Angera ci vive.