In barca a vela sul Lago Maggiore
📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Quarta uscita di Marzo 2021. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.
Tutti chi più chi meno hanno solcato le cque del lago Maggiore, chi con il
battello chi con una piccola imbarcazione a remi o a motore, ma alcuni come me hanno il piacere di solcarlo con una barca vela. La sensazione che
si prova ad essere spinti da una forza impalpabile che proviene da lontano,
appena percepibile oppure anche di forte intensità che scompiglia i capelli
e piega la barca, è unica. Vi sono giornate che non hanno prezzo, anche
se costa fatica svegliarsi di buon mattino per salire in barca ad armare le vele e partire spinti dal vento. Si entra in una dimensione magica.
Un tempo andare a vela era un’esigenza commerciale. Oggi invece spostarsi
in barca a vela è principalmente un piacere. Ma perché oggi andare a vela
quando c’è la comodità del motoscafo che con un semplice giro di chiave è
pronto per partire senza alcuna fatica e a gran velocità? Ogni velista prima di partire deve armare le vele, controllare le attrezzature dell’imbarcazione e valutare attentamente la situazione meteo; durante la navigazione le vele
devono essere manovrate e sempre regolate in funzione delle andature
rispetto al vento.
Andare in barca a vela rappresenta anche una scelta ecologica: l’energia
che muove una barca a vela non toglie nessuna risorsa alla terra e aggiunge – perché no? – anche la soddisfazione di viaggiare senza aver speso un euro in benzina. Inoltre, scegliere di muoversi con un mezzo così lento, fa sì che il lago sembri ancora più grande rendendo il nostro sguardo più attento ai
particolari.
Partendo da Angera di buon mattino si può arrivare a Ranco con un solo bordo grazie all’aria che proviene dalla sponda lombarda. A Ranco bisogna
essere non più tardi delle 8 per poter entrare nel flusso della brezza da nord chiamata Tramontana. La Tramontana nasce dall’insieme delle arie che scendono dalle valli durante la notte, acquistano vigore con il passare delle ore e si uniscono soffiando in direzione nord-sud lungo l’ondulazione del lago. Alle 6:30 del mattino generalmente la Tramontana arriva spumeggiante sulla linea Ranco- Meina per terminare all’incirca alle ore 11. Si può risalire da Ranco fino a Santa Caterina con la Tramontana sul naso, bordeggiando tra la costa lombarda e piemontese, sfilando davanti a Ispra, con le sue belle fornaci, Lesa con le mura antiche del Castellaccio e Belgirate con le sue ville storiche fino all’Eremo di Santa Caterina in tutta la sua bellezza a strapiombo sul lago.
Se non si è mattinieri, nel pomeriggio dopo le 13:30 si instaura la brezza da
sud chiamata Inverna. È generata dal riscaldamento delle montagne e
dell’aria intorno ad esse che, diventando più leggera, si innalza richiamando aria relativamente più fresca dalla pianura. L’Inverna è meno intensa della tramontana gagliarda del mattino e regala veleggiate tranquille e di pieno relax. Nel calde giornate estive si può trovare refrigerio navigando controvento (bolina) in rotta da Angera verso
Sesto Calende, bordeggiando verso Arona, con la sua lunga balconata a
lago dal vecchio porto fino al cantiere della Navigazione e poi oltre il torrente Vevera; oppure si può scegliere di costeggiare sul bordo opposto verso l’oasi faunistica della Bruschera, raggiungere Lisanza con la sua inconfondibile torre e da lì, volgendo lo sguardo verso Arona, ammirare il
massiccio del Monte Rosa.
Fin qui abbiamo parlato di brezze. Ora parliamo di venti: sono generati dalle perturbazioni provenienti dall’Atlantico che entrando nel sud del Mediterraneo passano per la Spagna e salgono dal golfo ligure giungendo fino a noi. Qui siamo alle prese con il vento impetuoso che soffia da sud chiamato Marenca (il corrispettivo dello Scirocco in mare) che di solito in autunno è associato a intense piogge e alle piene del lago. Dopo il passaggio delle perturbazioni che si allontanano verso il sud Italia in direzione delle Grecia, il tempo volge in bello e il vento ruota a Nord diventando il Maggiore che a volte è così violento e tempestoso da fermare la navigazione dei trasporti pubblici di linea, poiché le onde non permettono lo sbarco di passeggeri e di mezzi.
E che dire del vento caldo di Favonio? Quando le perturbazioni entrano dal
Nord Europa e non valicano le Alpi ecco che sul lago soffia da nord-ovest
il vento di Favonio, chiamato in tedesco Föhn. È un vento relativamente
caldo e secco segnalato da un’alta barriera bianca di nubi sopra l’arco
alpino, che gli svizzeri chiamano appunto il muro del Föhn. Le giornate
in cui soffia questo vento sono particolarmente luminose e la luce si irradia
fino a tarda sera, anche dopo il tramonto lasciando nell’aria una trasparenza che non ha uguali. Questo vento così singolare e tipicamente primaverile è annunciato dalla caduta sul lago di foglie di faggio e di filamenti di erba secca provenienti dalle alte quote e trasporta i profumi dei boschi di montagna. Le nubi di favonio sono meteorologicamente
indicate come nubi d’onda di forma lenticolare.
Navigare con questi venti richiede concentrazione ed esperienza. L’attenzione è massima e tutti i sensi sono allertati, poiché con questi venti impetuosi i movimenti della barca diventano bruschi e repentini e la navigazione a vela si manifesta nel suo stato più puro, dove l’uomo si confronta in una sfida e cerca di domare gli elementi naturali. In queste circostanze, navigando con velatura ridotta, l’abilità del timoniere sta nell’anticipare le raffiche e nel saper “prendere” le onde. Naturalmente
in queste occasioni è doveroso indossare i salvagenti poiché molto
spesso le barche, sotto la forza del vento, sono sdraiate e bagnate.
Andare in barca a vela non è un’attivitàintuitiva ma neces sita di una formazione specifica che si può avere frequentando un corso oppure uscendo in navigazione con persone esperte. È necessario inoltre conoscere i fondamenti non solo della conduzione di una barca a vela ma anche avere i primi rudimenti di meteorologia.
Solo navigando con consapevolezza si può godere del piacere di veleggiare
sul nostro magnifico Lago Maggiore.