Don Carlo, uomo del sorriso e della speranza
In un bagno di folla coi lucciconi agli occhi, hai terminato il tuo viaggio terreno. Ho condiviso con te più di trent’anni di vita e di esperienze vicino al dolore. Qui voglio ricordare gli anni che tu, già infermo, hai vissuto a Barza nella Casa guanelliana. Finché ho potuto, ti ho regalato due ore di volontariato per accompagnarti alla santa Messa, aiutarti a muoverti in sedia a rotelle, indossare i paramenti e riaccompagnarti a tavola insieme agli altri ospiti.
Mi accoglieva il tuo sorriso e mi chiedevi sempre “Come stai?, e la tua famiglia e i nipoti?” prima di rispondermi come stavi tu. Ti ho visto in questo scendere lentamente nel fisico, ma sempre lottavi con grande coraggio, ti arrabbiavi quando, sull’altare, improvvisamente non ti uscivano le parole, che quella malattia ti strappava.
Quante volte, nel mio cuore, ti ho paragonato a san Giovanni Paolo II, che ha avuto come te il coraggio di mostrare al mondo tutta la fragilità dell’uomo.
Sono certa che in questi lunghi anni di sofferenza accoglievi, ascoltavi, confessavi e hai continuato la tua missione proprio in mezzo agli ultimi, agli scartati, come continua a raccomandarci Papa Francesco. Sei e rimarrai per sempre nel mio cuore col tuo coraggio e il tuo sorriso, e dal Cielo mi indicherai la via, come hai sempre fatto.
Oggi non piango per te, tu non lo vorresti; mi chiedi e chiedi a tutti il sorriso, la fede e il coraggio di affrontare ognuno il suo cammino.
Ciao don Carlo, sii sempre vicino al tuo popolo del dolore che tanto hai amato, un abbraccio celeste.