Riflessioni sul bullismo

📰 Questo è un articolo pubblicato originariamente sulla versione cartacea de La Spinta, Prima uscita di Febbraio 2020. Visita l'archivio e scarica le precedenti uscite.

Parlare del bullismo in questi ultimi tempi non è fuori luogo perché la diffusione del fenomeno è notevolmente aumentata. Il bullismo genera eventi comunque disturbanti e a volte anche drammatici che diventano fonte di disagio per le famiglie, la scuola, la convivenza civile. Svariati sono i motivi che generano il bullismo. In genere si tratta di un/a ragazzo/a o di un adulto che viene individuato come vittima da un gruppo e diventa oggetto di azioni aggressive e ripetute nel tempo, con l’intento di ferirlo e danneggiarlo sia fisicamente che psicologi camente. Tale fenomeno è particolarmente diffuso nel mondo della scuola o in altri luoghi di aggregazione come i luoghi di svago non strutturati. E allora la società civile, la famiglia, gli insegnanti, si devono porre il problema di come individuare i “bulli” e di come intervenire per porre fine a queste prevaricazioni. Non può demandare solo alle famiglie o alla scuola o a semplici educatori questo compito complesso e sempre più difficile. Anche la società civile, nella fattispecie l’Amministrazione Comunale, può e deve intervenire con dibattiti e supporto di esperti per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla gravità del problema.

La noia, la mancanza di impegno, una cultura che non spinge al confronto argomentato sono concause importantissime e dare obiettivi ai nostri giovani è compito di tutti.

Forse capire il mondo giovanile e fornire gli strumenti per far emergere i talenti dei nostri ragazzi è un primo e importante gradino di approccio al problema del bullismo.